Stefano Accordini l'estrema pulizia della Valpolicella
di FoodWineAdvisor

5 febbraio 2014

Gaetano, il nonno degli attuali proprietari dell’Azienda Accordini, era mezzadro in Valpolicella provincia di Verona. Agli inizi degli anni settanta, con la fine della mezzadria, i vigneti sono acquistati e s’inizia a produrre il Valpolicella. In seguito, negli anni ottanta, avrà luogo la vendita del vino ai ristoranti e negli anni novanta le vendite si espanderanno a livello internazionale.

Oggi che papà Stefano ha raggiunto l’età di 89 anni, l’azienda, che estende i suoi vigneti su 14 ettari e produce una media di 125.000 bottiglie annue, viene gestita da Daniele e Tiziano, con la collaborazione dei figli, ed esporta il 90% della produzione nei mercati del Nord Europa, Russia e USA.

I vitigni autoctoni Corvina, Rondinella e Molinara realizzano i vini Bardolino e Valpolicella, quest’ultimo, prodotto anche da Accordini, semplice e di pronta beva. Il Valpolicella è un vino quotidiano, vero cavallo di battaglia dell’Azienda e del territorio e che degusteremo appena ci sarà possibile.

Con le uve raccolte dal 15 Settembre al 15 Ottobre, è prodotto il vino Valpolicella Classico composto di tre cloni: Corvina dal 50 al 75%, Rondinella dal 25 al 50% e Molinara dal 5 al 15%.
Per il Ripasso si segue il metodo di bagnare con il miglior Valpolicella le bucce dell’Amarone quando lo stesso è svinato dopo la fermentazione delle uve. Il vino, dopo una settimana di contatto con le bucce, riposerà in botte di rovere di secondo e terzo passaggio e si affinerà poi in barrique.
Il Passo, in seguito denominato Paxxo, è frutto delle uve lasciate appassire nelle cassette e in giusti locali opportunamente ventilati fino  a Novembre. In questo vino sono presenti anche il Cabernet Sauvignon e il Merlot.
L’Amarone invece prevede un appassimento delle uve per 120 giorni e un lungo riposo in barrique. Nella versione Fornetto, prodotto solo dopo le migliori vendemmie, l’appassimento è prolungato a 140 giorni. Bloccando il processo fermentativo, prima della totale evoluzione degli zuccheri in alcol, si ottiene il Recioto.

Dopo queste note introduttive passiamo alla degustazione.

Ripasso 2007 Classico Superiore.
Colore rubino vivo con riflesso violaceo. Sa di frutta, spezie e vaniglia. Al palato è morbido, fresco, di corpo dinamico, pulito e con note di frutta secca. Carne arrosto.

Passo 2006
ora denominato Paxxo, a base di uve Corvina, Rondinella, Cabernet Sauvignon e Merlot si presenta con un colore rosso rubino denso e profuma di frutta e spezie. Bocca facile, grazie alla minore acidità rispetto al Valpolicella, rimane comunque nervoso in virtù dell’annata. Da abbinare con la carne.

Amarone Acinatico 2010
è frutto di un’annata medio/buona. Si presenta granato scuro e al naso è etereo, denso e vanigliato. Elegante, morbido, carnoso nel frutto con finale di bocca alcolico, vista la gradazione di 16,5%, sostenuto comunque da buona acidità.

L’Amarone Acinatico 2000
in Magnum, è invece figlio di un’annata calda. Granato più scarico sa di tabacco, goudron, terra bagnata, tartufo e ciliegia sotto spirito. Morbido, più che rotondo, sferico, elegante, giustamente acido, finisce leggermente sapido in bocca.

Il Fornetto 2004
si presenta con il colore rosso granato e unghia sfumata e odora di viole e frutta secca. Il rovere gli conferisce eleganza smorzando l’acidità e con essa un poco di dimensione sferica. Da abbinarsi con selvaggina.

Con il Fornetto 1995
si notano il colore e i profumi più scarichi e la beva diventa più morbida. Visto il tanto tempo passato in bottiglia da questo vino, consiglio di aprire la bottiglia con ore di anticipo, prima di degustarla per apprezzarne al meglio l’evoluzione quasi ventennale.

Finale in dolcezza con il Recioto Acinatico 2000.
Il vino è dotato di gradazione alcolica di soli 12,50% e quindi è facile da bere. Di colore rubino intenso, sprigiona profumi di frutta secca e viole. I tannini morbidi, la dolcezza insieme all’acidità e al basso tenore di alcol l’hanno fatto apprezzare.

Tutti i vini sono dotati di estrema pulizia che è determinata dal lavoro in vigna con la scelta dei diversi vitigni, degli impianti a pergola e guyot (40%), delle uve che vengono raccolte anche tre volte per preservarne il perfetto stato di maturazione, della gestione parsimoniosa della vendemmia e dei grappoli durante la stessa e dei successive appassimenti.
Per capire al meglio il lavoro degli Accordini credo sia opportuno che l’appassionato debba visitare la nuova, bella e funzionale cantina e i vigneti, alcuni dei quali posti a un’altitudine di 550 metri sul livello del mare.